Traggo questo articolo da una delle fonti che stimo di più nella rete,
Wired.it; e non mi si venga a dire che i videogiochi non fanno bene alla
salute :)
La comunità scientifica si era recentemente interrogata sul fatto che numerosi pazienti colpiti da traumi e stress post-traumatico avevano tratto enormi benefici giocando con alcuni videogiochi che interagivano con la dimensione spaziale, Tetris innanzitutto. Poteva sembrare una semplice casualità ma durante la conferenza annuale della British Psychology Society è emerso che non era affatto così.
La comunità scientifica si era recentemente interrogata sul fatto che numerosi pazienti colpiti da traumi e stress post-traumatico avevano tratto enormi benefici giocando con alcuni videogiochi che interagivano con la dimensione spaziale, Tetris innanzitutto. Poteva sembrare una semplice casualità ma durante la conferenza annuale della British Psychology Society è emerso che non era affatto così.
Sembra infatti che i fastidiosi flashback, i ricordi e altri
spiacevoli sintomi strettamente connessi ad un’esperienza traumatica
possano essere leniti
giocando ad alcuni videogiochi dalle spiccate peculiarità visivo-spaziali, come riporta
Livescience. Del resto, hanno chiarito
Lalitha Iyadurai e
Ella James della
Oxford University, si tratta di una scoperta molto significativa
proprio perché i flashbacks sono il sintomo per antonomasia della
sindrome da stress post-traumatico.
“I ricordi reali del trauma non devono essere intaccati in alcun
modo perché è necessario che vengano rielaborati – ha chiarito Ella
James – ma i flashback, con la loro imprevedibilità, possono rendere
davvero arduo il ritorno alla realtà, oltre a causare irritabilità,
nervosismo sino a vere e proprie crisi di panico”.
Il test clinico è stato condotto da Iyadurai e James in modo
interessante: prima di tutto è stato fatto vedere un film ‘inquietante’ a
tutti i soggetti coinvolti, sufficiente per creare una simulazione di
un’esperienza traumatica. Dopo aver lasciato passare sei ore, quelle
necessarie per far assorbire e rielaborare le immagini al nostro
cervello, i soggetti dovevano: rispondere ad una serie di domande o
giocare a tetris o continuare ad oziare.
La ‘tetris terapia’ deriva dal fatto che proprio chi aveva giocato
a questo videogame ha riferito di aver avuto un numero minimo di
flashback del film rispetto agli altri soggetti. La spiegazione? Secondo
il professore Holmes della Oxford University, "la repentina esposizione
a Tetris, con la necessità di concentrare la mente per la formazione di
blocchi spaziali, rende più arduo la formazione dei ricordi
traumatici".