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venerdì 21 giugno 2013

Il costo del progresso

Oggi leggevo una bloggata del grande Gianluca "Ualone" Loggia (a mio modesto parere forse uno dei più grandi scrittori di videogiochi del nostro paese) il quale si poneva una domanda che, una volta letto l'articolo, risultava essere legittimissima e giustissima. Ma fatemi fare il consueto passo indietro. Alla vigilia della prossima console war, Microsoft aveva annunciato una politica restrittiva sulla compravendita dell'usato e sulla connettività obbligatoria della console: non più di 24 ore senza connettere xbox alla rete pena il blocco della stessa......poter prestare il gioco al massimo ad un numero ristretto di persone in lista senza poi poter prestare a nessun'altro.....etc etc etc (mi scuserete se taglio ma potete veramente trovare i dettagli nella rete) Io ho ammirato Ualone fin dai tempi di psm, sono uno dei tanti, e benchè inizialmente mi fossi schierato dalla parte di chi voleva ancora poter usufruire della propria console a proprio piacimento alla vecchia maniera, devo dire che il suo articolo e la sua autorevolezza mi hanno fatto riflettere. Alla fine del suo articolo i suoi timori sono legittimissimi. E' veramente microsoft a sbagliare o siamo noi di fronte alla paura del progresso? Non è che girandoci indietro poi resteremo pentiti e vittime delle nostre paure? Sono domande giuste, Anzi giustissime. Ma secondo me le risposte vanno oltre a queste domande. Qui non si tratta di paura o meno. La paura arriva fino ad un certo punto. E secondo me oltre a quel punto parte l'incomprensione assoluta. Una delle risposte che secondo me sarebbe giusto dare sarebbe "non siamo pronti".Non siamo pronti e non perchè l'emmepitre era meglio del cd quando qualcuno urlava allo scandalo. I fattori dietro al fatto che molti abbiano abbassato il pollice di fronte a xbox one sono altri, oltre alla giustamente discussa paura.- C'è chi secondo me non ha saputo vedere (ripeto sottolineando: SAPUTO VEDERE) il vantaggio della digital delivery a fronte della limited, legendary, absolute edition del proprio gioco. La community di giocatori è fanatica. Forza è meglio di gt (o viceversa) Battlefield è meglio di Cod (o viceversa?), e ci sarà sempre chi è disposto a spendere di più (compreso chi aspetta con il sacco a pelo il day one davanti al negozio) Per cui ecco un valido motivo per cui secondo me non siamo pronti ad abbandonare il supporto fisico. La digital delivery è una realtà; ma lo è ancora di più dove la vendita software fisica non è mai esistita. Il mobile in questo ha fatto scuola....ed è naturale per tutti comperare li. E più bello. E più facile. E più VELOCE! Ed allora? Dove sta la differenza? Sta nelle abitudini. quelle che ci piacciono, quelle che ci danno tranquillità (come dice V) e quelle che non ci fanno venire paura dello sconosciuto. Il punto allora si focalizza li. Riuscire a metterci sotto gli occhi con qualcosa di talmente grande o talmente irrilevante da farci piacere la nuova tecnoligia e farcela adottare in maniera indolore. Ed il problema è che xbox one non è ne troppo piccola ne troppo grande come innovazione.Telefonare con un interfaccia touch è stato fico per il 99% dell'umanità che ha un telefono.Non potevi non avere lo smartphone. E se poi la tecnologia che ci sta dietro risulta più facile da usare....benvenga la rivoluzione. Poi però quando il modello funziona e la gente ci si abitua, o trovi qualcosa di maggiormante rivoluzionario, o perfezioni la tecnologia con piccoli passi... Ecco. Xbox one è stato un mezzo passo quando fu presentata la prima volta. Nulla di particolarmente innovativo e dalle premesse un po' difficili. Buone ma difficili. Mi unisco a Ualone però, che ne sa mooolto più di me, dicendo che è un vero peccato che sia tutto stato un fuoco di paglia e che digital delivery e supporti fisici debbano ancora coesistere. So che alla fine il progresso trascinerà tutto e tutti, e che un caso a se come l'inversione di tendenza su di una politica aziendale per desiderio dei consumatori sarà destinato ad entrare nei libri di videogiochi. Per cui è una questione di tempo. Nel frattempo aspetto come altri che qualcuno trovi la maniera di farmelo piacere, come nei miei ultimi 36 anni.