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mercoledì 6 febbraio 2013

fu così che ubisoft rivoluzionò (ancora) i videogiochi

Fin dalla loro origine i videogiochi sono sempre stati additati come uno dei mali del mondo. Non se ne esce. Dopo la droga, la violenza, Bruno Vespa e le guerre ci sono i videogiochi.
I più affermano che inducano all'alienazione. I più illuminati li tollerano, ma a piccole dosi.
Dinosauri; sono tutti dinosauri. Come già detto non si può prendere chi porta un paio di jeans e condannarlo come teppista disagiato.

L'industria videoludica questo lo sa, come sa di essere sotto i riflettori dei benpensanti. Ed allora ecco nuove idee. Controllers di tutte le forme, utilizzi, scopi hanno fatto la loro entrata in scena nell'ultimo decennio. Nuovi stilemmi nel modo di intrattenere la gente hanno battuto strade impensate, per poi rimescolarsi, rielaborarsi e rimettersi in discussione.
In questa giungla di idee e concetti la competitività ha raggiunto livelli altissimi. Stupire, colpire, soddisfare sono gli imperativi di chi pensa a come evolvere ancora i videogiochi.

In questa cornice Ubisoft ha fatto la sua entrata in grande stile con questo suo Rocksmith.

Ma partiamo con ordine.
I rithm game del resto non sono una novità; come già detto.....non è nuova l'idea di suonare una canzone sopra ad un pezzo andando a tempo. Rock band e Guitar hero avevano già ampiamente battuto la via. Un'altro competitor avrebbe probabilmente fallito puntando a sfidare i due brand sul loro territorio; Era quindi doveroso alzare il tiro;

Ecco quindi l'idea; semplice quanto geniale; smetterla con i controller a forma di chitarra e sostituirlo con lo strumento vero. Quando lo sentii mesi fa non potevo crederci. Proprio io. Bassista da una vita. Pensavo nessuno lo avrebbe mai fatto. Ed invece la rivoluzione alla fine è iniziata.

Perchè secondo me di rivoluzione si tratta. Uno di quei momenti in cui finzione e realtà si fondono in qualcosa di incredibilmente credibile. Un punto d'incontro fra realtà e finzione come nessuno fino a ieri era riuscito a creare.

Qui si fa su lserio capite. Non basta più schiacciare il pulsante giusto al momento giusto. Per giocare bisogna suonare davvero.

Ed i giganti di cui parlavo prima (rock band & co) rischiano di tramontare dal giorno alla notte. O forse, come prevedo di alzare lo standard ancora una volta. Ma parliamo dopo del domani; diamo il giusto merito all'oggi.

Cosa c'è di tanto sbalorditivo in questo rocksmith? Beh, (e scusate se è poco) innanzi tutto funziona DAVVERO ;) ! CI SONO RIUSCITIIII!

La scatola base comprende gioco e realtone cable (ma li si trovano anche separatamente) Una volta avviato il gioco e collegato lo strumento, il sistema chiederà di accordare il basso o la chitarra (altra grande cosa che si possano usare tutti e due).

Da quel momento il giocatore avrà una pletora di cose da fare. Una modalità carriera ci metterà prima in sala prove e poi di fronte ad un pubblico virtuale nell'esecuzione di alcuni pezzi (dovrebbero esserci 50 pezzi nel gioco base, più un'ottantina di pezzi scaricabili singolarmente o a pacchetti al momento in cui scrivo).
Quello che personalmente però ho percepito sia nella scelta delle cose da fare che nell'aspetto generale del gioco sia una certa competenza ed autorevolezza in tutti gli aspetti che ho avuto meniera di vedere.

Una pletora di filmati ci spiegheranno tecniche, diteggiature, metodi.
E’ per questo che parlo di rivoluzione. Perché, benchè non esente da difetti (i collegamenti audio devono essere fatti in una certa maniera perché il cavo hdmi ha un problema di sincronia audio)
Qui non si sta parlando più di un videogioco. Qui si parla di un sistema di apprendimento! Si parla di una rivoluzione per la società che, se prenderà piede, fra qualche anno sfornerà dei grandi strumentisti. E se questo dovesse succedere il motivo sarà ovvio; se all’apprendimento si unisce una componente ludica l’apprendimento stesso non risulta faticoso.

 E’ in questo che ubisoft secondo me ha fatto bingo. Era questo che noi vidogiocatori , suonatori e ibridi del presente e futuro cercavamo da tempo. Un’idea nuova. Una nuova svolta. Un altro motivo per radunare in ragazzi e “rimettere insieme la band!”



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